martedì 30 gennaio 2018

I sofisti: Protagora


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Protagora nacque ad Abdera, in Trancia intorno al 90 a.C. ed era considerato il pensatore più originale del movimento, famoso per tutta la Grecia per la sua straordinaria eloquenza.


Diverse sono le interpretazioni che si possono dare di questa fase.
In primo luogo, "uomo" può essere inteso inteso  come l'individuo singolo e, dunque, significherebbe che le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista soggettivi . 
In secondo luogo, il termine "uomo" può essere interpretato come "umanità", "genere umano", e dunque Protagora si riferirebbe al fatto che la percezione e la valutazione della realtà. 
L'ultima prospettiva è quella che attribuisce al termine "uomo" il significato di "civiltà" o "popolo", e pertanto equivale a una forma di relativismo culturale, secondo cui le cose sono valutate in modo diverso a seconda delle abitudini e delle convinzioni delle comunità cui gli uomini appartengono.
  
"l'uomo è il criterio di giudizio della realtà o irrealtà delle cose"

Protagora quindi ha una visione relativistica: non esiste una verità assoluta e non esiste vi è una legge naturale e universale che stabilisca che cos'è giusto e che cos'è sbagliato, che cos'è bene e cos'è male.

Protagora non intende affermare una posizione scettica, egli vuole sottolineare più semplicemente che occorre rapportare ogni conoscenza al soggetto  e ogni abitudine o credenza alla comunità politica cui quest'ultimo appartiene.

Il relativisimo di Protagora non nega ogni possibilità conoscitiva, ma riduce tutte le conoscenze al contesto umano, sociale e culturale in cui si sono formate. Da questo punto di vista la sua concezione può essere considerata una forma di "umanismo". 









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