
Il termine "sofista", nell'antichità significava letteralmente "sapientissimo", nel linguaggio moderno non ha un'accezione positiva, evocando qualcosa di artificioso: "sofisticati" sono, ad esempio i cibi contraffatti e dannosi alla salute o, comunque, non genuini, come pure modi di fare affrettati e privi di spontaneità.
I sofisti sono considerati i primi insegnanti a pagamento della storia .
Con i sofisti l'esercizio del sapere diventa un mestiere, un lavoro a pagamento che essi si esercitano spostandosi da un luogo ad un altro in cerca di discepoli, circostanza che tra l'altro consente loro di acquisire una mentalità aperta e cosmopolita, rendendoli consapevoli della molteplicità dei costumi e delle credenze delle varie civiltà.
Il progetto educativo dei sofisti
I sofisti si muovono nel contesto culturale dell'Atene del V secolo; un ambiente anti-tradizionalista e critico, aperto alla discussione e al dibattito, molta libertà di spirito e un' attitudine a utilizzare in modo spregiudicato la ragione in tutti gli ambiti.
Il loro fine principale era quello del sapere, inteso come unico fondamento della virtù.
La virtù della quale i sofisti si occupavano era una virtù adatta al nuovo clima culturale e al nuovo ambiente cittadino caratterizzato dalla democrazia. La nuova virtù coincideva essenzialmente con la capacità di vivere in società di saper partecipare ai dibattici pubblici, di essere in grado di convincere gli altri della propria idea, di assumere decisioni rapide e condivisibili. Una virtù, che da una parte comportava il confronto civile e politico e ,dall'altra parte, la padronanza ampia e sicura del linguaggio e della parola, strumenti essenziali in quanto capaci di mettere in grado l'individuo di parlare in pubblico per rappresentare i proprio interessi, farsi ascoltare, dare e richiedere ragioni.
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