martedì 29 maggio 2018

Aristotele



Aristotele nasce nel 348 a.C a Stagira, nella penisola Calcidica.


Le sue opere più importanti sono:

➥gli scritti di logica noti almeno dal VI secolo, con il titolo di Organon;
➥gli scritti di fisica e storia naturale e psicologia tra cui la Fisica;
➥gli scritti concernenti la filosofia prima ovvero "la scienza dell'essere e di Dio", ad esempio Metafisica;
➥gli scritti di etica politica, retorica e poetica tra cui l'Etica;

Aristotele è uno dei massimi pensatori di tutti i tempi. Egli ha ridefinito il ruolo della conoscenza filosofica identificandola con la conoscenza disinteressata dalla realtà in tutti i suoi multiformi aspetti; inoltre ha realizzato la prima formulazione delle leggi della logica e dato impulso alle ricerche in campo biologico.

Aristotele forma una propria scuola , il Liceo, dove si dedica all'insegnamento e ha modo di approfondire le sue ricerche nei campi del sapere.

Il progetto filosofico di Aristotele era caratterizzato per la costruzione di una vera e propria enciclopedia del sapere. Tali opera di organizzazione e sistematizzazione sancisce e giustifica il moltiplicarsi delle conoscenza specialistiche dell'epoca.

Secondo il filosofo ogni singola disciplina ha oggetto, metodo e fini specifici.
Inoltre ha un'interpretazione unitaria e razionale della realtà, egli dice che questo è il compito proprio della filosofia, la quale deve rintracciare. nei discorsi specialistici delle varie discipline il senso unitario del mondo.

Aristotele suddivide la scienza in tre aree:
➥le scienze teoriche;
➥le scienze pratiche;
➥le scienze produttive.

Le scienze teoriche sono quelle che comprendono la matematica, la fisica e la filosofia prima. Hanno come oggetto il necessario e come scopo la conoscenza disinteressata della realtà e come modo quello dimostrativo.

Le scienze pratiche e produttive hanno uno scopo eminentemente conoscitivo. Essae perseguono la conoscenza in vista di un fine utile: l'oggetto è il possibile e il loro metodo non è dimostrativo.

Le scienze pratiche comprendono l'etica e la politica e servono a far guidare e orientare il comportamento e la condotta degli uomini verso la felicità individuale o collettiva.

Le scienze produttive tendono a realizzare un prodotto che avrà una vita autonoma rispetto al soggetto che lo produce e comprende le tecniche e le "arti belle".




lunedì 28 maggio 2018

Platone: la concezione della conoscenza

E' possibile una conoscenza razionalmente fondata e autentica?

La conoscenza come reminescenza 


Secondo Platone, l'uomo può accedere conoscitivamente a tale universo intelleggibile e capire in che cosa differisce la conoscenza delle idee da quella delle cose.


Per spiegare questo concetto Platone, nel Menone ricorre a un racconto di carattere mitico, in cui riprende la dottrina della reincarnazione delle anime.

Secondo il mito , prima che noi nascessimo la nostra anima esisteva nel mondo ideale, dove contemplava le idee e aveva piena conoscenza di tutto. 
Poi, costretta a incarnarsi nel corpo e come stordita da questa violenza, è caduta nell'oblio, dimenticando quanto aveva appreso. All'anima però è possibile, essendo guidata, di ricordare e ritornare allo stato di sapienza e intelligenza che possedeva quando era nel mondo ideale.

Secondo Platone, l'anima può conoscere le idee in quanto dotate della stessa natura e ha potuto contemplarle in una fase precedente all'incarnazione. Quella che chiamiamo "conoscenza" in realtà non è che "reminescenza" o "anamnesi", cioè ricordo da parte dell'anima delle idee con cui era già stato in contatto.
L'esperienza sensibile funge semplicemente da stimolo per far riaffiorare il ricordo di una conoscenza precedente.

Nel Menone questa dottrina è dimostrata da un'esperimento, in cui uno schiavo, completamente a digiuno di conoscenze matematico-geometriche, viene guidato da Socrate con opportune domande finché riesce a pervenire, da solo, alla dimostrazione del teorema di Pitagora.
Lo schiavo riesce a dimostrare il teorema in quanto nella sua anima era già presente.




La corrispondenza tra dualismo ontologico e dualismo gnoseologico 



La teoria dell'anamnesi rende conto della possibilità della conoscenza, fondata sul fatto che in noi esistono cognizioni innate, indipendenti dall'esperienza, che ci consentono di conoscere e classificare le cose.

Platone parte dal principio fondamentale secondo cui i gradi della conoscenza sono in rapporto di corrispondenza con quelli dell'essere.

Ciò significa che al dualismo ontologico, secondo cui esistono due piani dell'essere, quello intelligibile e quello sensibile, corrisponde un dualismo gnoseologico: il mondo perfetto ed eterno: il mondo perfetto ed eterno delle idee, che coincide con la scienza, mentre la dimensione imperfetta e mutevole delle cose sensibili è all'origine della fallace conoscenza dell'opinione.


Il dualismo gnoseologico (piano del conoscere) comprende:

la scienza (episteme) perfetta e immutabile e l'opinione (doxa) imperfetta e mutevole.
Questi aspetti rispecchiano gli aspetti nel dualismo ontologico (piano dell'essere) che comprende il mondo delle idee (perfette ed i immutabili) e il mondo delle cose (mutevoli e imperfette).

scienza: per Platone, la scienza è una conoscenza dotata dei caratteri della stabilità e immutabilità.
opinione: è la forma di conoscenza corrispondente al mondo sensibile perfetto e mutevole, ed è pertanto intermedia tra la scienza vera e propria e l'ignoranza. 

I gradi del conoscere 

Risultano quattro gradi sul sapere, cui corrispondono quattro gradi della realtà.

La conoscenza sensibile rispecchia il mondo sensibile, mutevole e perituro, e comprende due livelli:

a. la congettura o immaginazione, che ha per oggetto le ombre e le immagini delle cose sensibili, ossia le supposizioni prive di fondamento reale; 
b. la credenza (probabile), che ha come oggetto non più le immagini delle cose, ma le cose stesse sensibili e gli esseri viventi 

La conoscenza razionale (o scientifica) rispecchia invece il mondo immutabile perfetto delle idee (l'iperuranio) e comprende, anche'essa due livelli:

a. la ragione scientifica e discorsiva, che ha come oggetto gli enti matematici , ossia i numeri, le proporzioni e le figure;
b. l'intelligenza filosofica o noetica, che ha come oggetto le idee mortali come quella di Bene, Bello, Uno, Vero ecc., ossia le idee-valori.

Le persone comuni si fermano solitamente ai primi due gradi della conoscenza, cioè al livello dell'opinione; i matematici riescono ad accedere alla ragione scientifica; ma soltanto i sapienti possono raggiungere la vera conoscenza.


La dialettica 

La dialettica è considerata da Platone la regina della scienza e la tecnica propria della filosofia. La dialettica ha il compito di ricostruire la trama delle possibili connessioni tra idee; essa permette di comprendere e contemplare l'articolazione del mondo reale.
Inoltre è la scienza degli uomini liberi e dunque si identifica con la stessa filosofia.

Il termine dialettica allude all'arte del dialogo, il procedimento caratteristico della filosofia socratica ripreso e perfezionato da Platone. Nel dialogo di Platone si pongono domande e risposte con l'intenzione di giungere a stabilire quale sia l'essenza delle cose

Il procedimento dicotomico 

Nel Fedro Platone afferma che la dialettica è caratterizzata da un duplice movimento di sintesi e di analisi.

➥la sintesi: consiste nella determinazione e definizione di una certa idea quale elemento unificatore di una molteplicità di cose; 
➥l'analisi: consiste nella divisione dell'idea nelle sue varie articolazioni interne.