martedì 13 marzo 2018

Platone: La teoria idee

Il tema dell'ontologia platonica, cioè la concezione platonica dell'essere
 risulta articolata in due piani: quello sensibile, visibile e mutevole e quello intelligibile, invisibile e stabile. Quest'ultimo coincide con il mondo delle idee, entità immutabili ed esterne che costituiscono il modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette.

Platone riconosce
i limiti dell'esperienza sensibile che non consente una conoscenza sicura e affidabile;
l'insufficienza delle cause materiali nella spiegazione dei fenomeni dell'universo.;
la necessità, per la scienza, di trovare criteri di verità oggettivi e universali,

pertanto  intraprende la <<seconda navigazione>> con la quale arriva ad ammettere che esistono idee.
⇒Idee: entità immutabili, incorcoporee e perfette.

Le idee che sono poste nel mondo dell' iperuranio al cui vertice c'è l'idea del bene e che costituiscono i criteri di verità dei giudizi e la causa e la ragion d'essere delle cose.

lunedì 12 marzo 2018

Platone

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Platone nasce ad Atene nel 427 a.C. da una famiglia di aristocratici. Sembra che il suo vero nome fosse "Aristocle" e il suo soprannome "Platone" alluderebbe alla robusta costituzione. Nel 408- stando a quanto dice la tradizione- conosce Socrate di cui diviene amico e discepolo.



Nato da una delle famiglie più importanti di Atene, il giovane Platone era destinato all'impiego politico-amministrativo, un'ambizione che viene però soffocata nella profonda delusione di fronte all'ingiustizia e alla corruzione che era presente nei vari governi succedutisi al potere della città. 

L'evento che più di altri può concorrere alla formulazione di un giudizio così duro è senza dubbio la condanna a morte di Socrate da parte del tribunale nel 399 a.C.
E' proprio la figura di Socrate a rappresentare per Platone una speranza e un modello perché nel vuoto di certezza a cui ha condotto il relativismo dai sofisti, egli si è adoperato per un rinnovamento etico dell'uomo, improntato alla virtù e alla giustizia.



Secondo Platone, la crisi sociale e politica del suo tempo è l'espressione di una crisi più profonda, che riguarda l'intera esistenza umana. L'ingiustizia per lui, non è che il sintomo della scissione tra politica e saggezza

Platone matura la convinzione che una riforma esistenziale e politica debba muovere innanzitutto dalla filosofia.